I Ruesi sono eremiti che praticano l’ascetismo ed il romitaggio per elevare la loro conoscenza e sono dediti a diverse pratiche religiose antiche.
Queste tradizioni risalgono ad un’epoca precedente al buddismo e proprio per questo i Ruesi non sono considerati parte della comunità monastica o della Sangha, come questa viene chiamata, ma seguono piuttosto le antiche pratiche originarie dell’induismo e dell’animismo, solo in seguito confluite nella religione buddista.
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Ruesi è l’equivalente del termine induista Rishi, che può essere tradotto come eremita. Originariamente era riferito ad un indovino, uno sciamano o un guaritore che viveva in un luogo isolato, di solito su una montagna o nella foresta, dove trascorreva il suo tempo in meditazione, lontano dal mondo e dalle tentazioni.
I Ruesi, chiamati anche Lersi o Phra Lersi, fin dall’antichità erano coloro che curavano i malati, proteggevano le persone dal male o dalla sfortuna ed erano in grado di predire il futuro. Dopo che il Buddismo si diffuse in Thailandia, la loro influenza diminuì e gradualmente svanirono dalla spiritualità tradizionale.
Poteri magici e di guarigione
Secondo la tradizione i Ruesi, oltre alle cure tradizionali con le piante medicinali, con la meditazione arrivano ad avere la capacità di leggere il presente, il passato e il futuro e possono produrre potenti amuleti, molto ricercati dai fedeli.
Oltre alle facoltà mentali ed alla conoscenza di erbe e minerali, alcuni Ruesi sono specializzati in massaggi e riti di guarigione, oppure in astrologia, diventando a volte punto di riferimento della comunità. Spesso gli amuleti ed i tatuaggi rituali o Sak Yant, vengono realizzati proprio su loro indicazione.
Nella cultura thailandese sono di solito rappresentati in meditazione, seduti, con una lunga barba ed un copricapo, oppure in piedi con un bastone, spesso avvolti in una pelle di tigre e con il mala al collo, più o meno come la figura nella foto.
I Ruesi oggi in Thailandia
Le stime del numero di Ruesi che vivono oggi in Thailandia sono controverse, ma si possono stimare intorno al centinaio e dopo aver vissuto nell’anonimato per tanti anni, alcuni di loro si stanno adattando alla modernità. Per questo motivo è possibile trovare pagine Facebook o Instagram dei Ruesi più popolari.
Online si possono trovare le loro fotografie, quelle degli amuleti magici, immagini dei pellegrinaggi, delle benedizioni ricevute dai monaci e tutto quello che può interessare i seguaci, oltre ovviamente agli amuleti, che si possono acquistare anche a distanza.
Quelli che ancora praticano tradizionalmente l’ascetismo e non cercano la notorietà, però, non si lasciano contagiare dalla mondanità e vivono in ripari di fortuna, capanne o grotte, soprattutto nelle zone di confine con il Laos, la Cambogia e la Birmania.
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Ciao, ci vediamo in Thailandia!