Phra Sivali – il patrono dei viaggiatori

Phra Siwali o Phra Sivali Thera o ancora semplicemente Sivali, è una figura venerata nel buddismo, in particolare in Thailandia.

Sivali, noto anche come il Buddha della Fortuna, ha origini antiche ed è considerato un arahat

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Cosa significa Arahat, riferito a Sivali

Arahatarahant, è un termine utilizzato nel buddismo per descrivere una persona che ha raggiunto il massimo livello di realizzazione spirituale e ha ottenuto l'illuminazione. Un arahat ha superato tutte le illusioni e le sofferenze del ciclo di nascita e morte (samsara) e ha raggiunto il nirvana. Questo stato implica la completa liberazione dai desideri, dall'ignoranza e dall'attaccamento, portando a una pace e serenità durature. Gli arahant sono spesso venerati come esempi di perfezione spirituale e saggezza.
Gli arahat sono particolarmente associati al buddismo Theravada, che è una delle principali correnti del buddismo. Il termine deriva dal Pali, la lingua dei testi canonici del buddismo Theravada.
Nel buddismo Theravada, l'obiettivo principale della pratica spirituale è diventare un arahat, raggiungendo così l'illuminazione e la liberazione dal ciclo di nascita e morte (samsara). Questo è visto come il culmine del percorso spirituale.
Nel buddismo Mahayana, un'altra grande corrente del buddismo, l'ideale spirituale è leggermente diverso. Qui l'accento è posto sul bodhisattva, un essere che ha raggiunto un alto livello di illuminazione ma sceglie di rimanere nel samsara per aiutare tutti gli esseri senzienti a raggiungere l'illuminazione.
Tuttavia, anche nel Mahayana, il concetto di arahant è riconosciuto e rispettato, sebbene non sia l'obiettivo finale del percorso spirituale.
Phra Siwali o Phra Sivali Thera a Wat Ratcha Singkhon - opera di Chainwit via Wikimedia Commons (riadattata)
Phra Siwali o Phra Sivali Thera a Wat Ratcha Singkhon – opera di Chainwit via Wikimedia Commons (riadattata)

Il culto legato a Phra Sivali (Siwali)

Sivali (o Siwali)rappresenta la fortuna e la prosperità. Spesso viene raffigurato come un giovane uomo con un aspetto sereno, talvolta con un ombrello o un ventaglio, simboli di protezione e benedizione.

Sivali viene principalmente invocato perché procuri buona sorte e abbondanza a coloro che lo venerano, specialmente in occasioni importanti o durante eventi significativi della vita.

Nel corso dei secoli, la figura di Phra Siwali è diventata particolarmente popolare in Thailandia, dove è venerato in templi e durante rituali che sono di solito volti ad ottenerne i favori. 

Secondo la tradizione del buddismo Theravada, la leggenda di Phra Siwali è legata alla vita del Buddha e alla sua famiglia. Alcune storie narrano che Phra Siwali fosse il fratello del Buddha Gautama, e che la sua nascita fosse avvenuta in un contesto di grande auspicio. Altre storie lo legano alla Principessa Suppavasa, alcune in qualità di marito, altre di figlio, in un intreccio di narrazioni che confermano l’importanza di questa figura nella tradizione sia orale che scritta.

Nella pratica di tutti i giorni Sivali è anche il santo patrono dei viaggi e si crede che scongiuri le disgrazie in casa come incendi o furti. Sivali è tipicamente raffigurato in piedi e con in mano un bastone da passeggio, una ciotola per l’elemosina e un mala o un ventaglio nella mano 

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La leggenda di Sivali 

La principessa Suppavasa era incinta, ma suo figlio non nasceva mai. Così la sua gravidanza, fra mille pensieri, durò per ben sette anni. Quando venne il momento di dare alla luce il figlio, il suo travaglio fu altrettanto lungo. Per sette giorni la donna provò il dolore delle dolie e, finalmente, nel settimo giorno, suo figlio venne al mondo. 

La sua devozione al Buddha durante questi anni di sofferenza non venne mai meno e quando nacque il figlio, la donna mandò suo marito dal Buddha per porgergli omaggio ed informarlo della sua situazione.

Quando il re informò il Buddha delle condizioni della figlia, questo gli disse: “Possa Suppavasa essere libera da danni e sofferenze; ​​possa partorire in sicurezza un bambino sano e nobile”. Mentre venivano pronunciate queste parole, Suppavasa diede alla luce il bambino nella sua casa. Proprio quel giorno, subito dopo la nascita del bambino, il Buddha e diversi monaci furono invitati a casa sua. Furono dati fondi per il cibo e il neonato diede acqua filtrata al Buddha e ai monaci.

Per celebrare la nascita del bambino, i suoi genitori invitarono il Buddha e i monaci a casa loro per fare l’elemosina per sette giorni.

Quando il bambino crebbe, fu accettato nell’assemblea e come monaco divenne noto come Sivali ed ottenne lo status di arahat.

Un dubbio rimaneva però nella mente dei monaci, cioè perché Sivali, se era diventato subito un arahat, fosse stato condannato a rimanere nel grembo di sua madre per sette anni.

Il Buddha spiegò loro che in una delle sue vite precedenti, Sivali era il figlio di un re che aveva perso il suo regno. Nel tentativo di riconquistare il regno del padre, aveva assediato la capitale e a causa sua la gente della città era rimasta senza cibo e acqua per sette giorni. Per questa colpa era stato condannato a rimanere nel grembo di sua madre per sette anni. Ma ora, la colpa era espiata e Sivali poteva raggiungere il Nirvana.

Quindi il Buddha pronunciò il seguente verso (chiamato verso 414):

Colui che ha attraversato il mare della vita (Samsara) che è sporco, pericoloso e illusorio; che ha attraversato e raggiunto la “riva lontana” (Nirvana); che è sempre in meditazione, calmo e libero da dubbi;che non è attaccato a nulla e allora lo chiamo un “brahmin”.

Miracoli di Sivali

Si narra che ovunque ci fosse Sivali, ci fosse sempre abbondanza di cibo e di vestiti, che la gente facesse a gara per nutrirlo e per vestirlo, per questo è invocato per ottenere fortuna e prosperità soprattutto nei viaggi e negli spostamenti.

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Appassionato di fotografie, di storia e di culture orientali, viaggia per soddisfare la sua innata curiosità.Ama il caldo e stare all'aria aperta, scoprire luoghi nuovi, conoscere persone ed abitudini, osservare la Natura. Ha una sfida con se' stesso: assaggiare i cibi più strani in circolazione.

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