Quando la principessa Miao Shan nacque si dice che il Cielo ebbe un fremito, i fiori caddero e l’aria fu allietata da fragranze profumate, il creato aveva riconosciuto la nascita di un essere speciale.
La leggenda narra Miao Shan fosse la figlia di un re ingiusto e crudele, intento solo ad accumulare denaro e potere, al quale poco importava dei suoi sudditi.
Il Re che oltre a Miao Shan aveva altre due figlie, voleva che tutte sposassero uomini ricchi e potenti, in modo da accrescere la ricchezza ed il prestigio della famiglia. Proprio per questo, quando giunse all’età giusta, ordinò alla figlia che andasse in sposa ad un uomo del paese molto ricco e potente.
Leggi anche Guan Yin la signora della Compassione (Quan Am, Kwan Yin)* per approfondire la conoscenza sul Bodhisattva della compassione.
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Miao Shan, che non aveva nessuna intenzione di sposarsi, gli rispose, allora, che avrebbe esaudito il suo desiderio solo se il suo matrimonio le avesse alleviato tre sofferenze.
Incuriosito, ma anche infastidito, il re chiese alla figlia quali fossero le tre sofferenze alle quali il matrimonio avrebbe dovuto portare sollievo.
Miao Shan spiegò che la prima era rappresentata dalle pene che le persone sopportano con l’avanzare dell’età, la seconda era la sofferenza che le persone sopportano quando si ammalano ed infine, la terza era il dolore causato dalla morte. Se il matrimonio non fosse stato in grado di alleviare nessuna di queste sofferenze, allora avrebbe preferito ritirarsi per sempre a una vita monastica.
Quando suo padre le chiese chi avrebbe potuto alleviare queste sofferenze, Miao Shan gli rispose che forse un medico sarebbe stato in grado di farlo.
Suo padre andò su tutte le furie, perché voleva che sposasse una persona ricca e potente, non un guaritore, così la costrinse ai lavori forzati e le fece ridurre le razioni di cibo e bevande, per indurla a cedere.
Tutto questo, però, non faceva altro che rafforzare la determinazione di Miao Shan. Ogni giorno pregava il padre di poter entrare in un tempio e farsi monaca invece di sposarsi.
Suo padre alla fine le permise di lavorare nel tempio, ma costrinse i monaci ad assegnarle lavori molto duri per scoraggiarla. I monaci costrinsero allora Miao Shan a lavorare giorno e notte, senza mai fermarsi, anche mentre gli altri dormivano.
Tuttavia, Miao Shan era una persona così buona che gli animali che vivevano intorno al tempio cominciarono ad aiutarla nelle sue faccende. In poco tempo la giovane riprese il controllo della sua vita, tanto che il re, frustrato dalla situazione diede ordine ai suoi guerrieri di bruciare il tempio.
Quando vide il Tempio bruciare, Miao Shan si trafisse la lingua e soffiò il sangue in aria. Magicamente il sangue si trasformò in pioggia e spense l’incendio.
Non sapendo più cosa fare, il re ordinò che Miao Shan fosse portata sulla pubblica piazza e decapitata. Ma la cosa non si rivelò così semplice: quando il boia abbassò la spada sul collo di Miao Shan questa andò in mille pezzi. Il boia che non sapeva più che fare, prese allora una sciarpa di seta, l’attorcigliò intorno al collo di Miao Shan e la strangolò.
Fu allora che una Tigre Divina, venuta dal centro della terra, con un salto raggiunse la piazza, raccolse il corpo di Miao Shan e la portò via, facendole dono di una pillola dell’immortalità.
Quando Miao Shan tornò in vita, si traferì su una montagna dove iniziò a meditare, per raggiungere l’illuminazione.
Booking.comAltre versioni della morte di Miao Shan
In altre versioni la tigre la porta nel regno degli inferi. Una volta arrivata nel più oscuro dei luoghi, la Santa incanta i demoni con la sua musica e fa sbocciare fiori nel terreno arso, trasformando l’inferno in un paradiso.
Un’altra variante della leggenda racconta invece che dopo aver capito che il boia sarebbe stato ucciso dal padre se non avesse adempiuto ai suoi ordini, si lascò strangolare e perdonò il boia.
La trasformazione di Miao Shan
Comune a tutte le varianti è invece l’epilogo della storia.
Il padre di Miao Shan, dopo la sua morte si ammalò e nessun medico era in grado di curarlo. Il Monarca chiamò quindi a corte tutti i sapienti del regno e fra questi, un monaco venuto da lontano gli disse che avrebbe potuto guarire solo se qualcuno gli avesse donato volontariamente i suoi occhi e le sue braccia per farne un elisir.
Il monaco suggerì inoltre che la persona che poteva fare questo dono miracoloso si trovava sulla Montagna Profumata. Quando ii messaggero del Re si recò sul Monte dei Profumi, trovò una ragazza che si offrì volontariamente per il sacrificio. La ragazza si staccò occhi e braccia, ne fece una pozione e la consegnò al messaggero del Re, che di lì a poco guarì. Il Re si recò allora sul Monte dei Profumi per ringraziare la ragazza e quando scoprì che era sua figlia, scoppiò a piangere ed implorò il suo perdono.
In quel momento un raggio di luce inghiottì Miao Shan che riapparve dopo poco come Guan Yin dalle mille braccia, che giurò di non abbandonare la terra fino a quando tutte le sofferenze del mondo non fossero finite.
Questa storia, sia che abbia un fondo di verità, sia che non lo abbia, è motivo di ispirazione
Basti pensare che ai tempi in cui è ambientata la storia, i tassi di criminalità erano elevati e il governo esercitava una forte repressione, senza alcuno spiraglio per la compassione.
Le aspirazioni di crescita sociale erano praticamente inesistenti e le persone avevano una strada che, nella maggior parte dei casi, era già tracciata fin dalla nascita. La strada verso il successo era pressoché impossibile, poiché milioni di studenti tentavano gli esami imperiali per competere per posizioni ambite, ma scarse, di funzionario pubblico.
In tali condizioni pochissime persone ebbero il coraggio di sognare, di impegnarsi e di agire per realizzare il proprio sogno.
La principessa Miao Shan, invece, coltivò il suo sogno in un ambiente ostile e maschilista, immaginando un mondo migliore grazie all’amore ed alla compassione e finendo per ispirare i sogni di intere generazioni.
Cenni storici Su Miao Shan
In Cina Guan Yin è venerata più frequentemente in forma femminile come Dea della Misericordia e la trasformazione da una divinità originariamente maschile in una femminile sembra essere avvenuta durante la dinastia Sung settentrionale (960-1126).
La più antica iscrizione relativa al culto di Miao-shan, incisa nel 1100, è attribuita al monaco buddista cinese Jiang Zhi qi (1031-1104). Miao Shan è assimilata a Guanyin, nella sua forma di Grande Compassionevole con mille braccia e mille occhi, venerata per diversi secoli nel monastero del Monte Putuo, il Monte dei Profumi, una dei Monti sacri della Cina.
Secondo il sinologo britannico Glen Dudbridge, la versione più antica della leggenda appare in una delle cronache del buddismo in Cina, il Long xing fu qiao bian ning lun (cronache complete degli insegnamenti del Buddha durante il periodo dell’imperatore Song Xiaozong), scritto nel 1164 dal monaco Tsu-hsiu. (fonte wikipedia)
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