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Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat

Il Gujarat e il deserto del Kutch

Il deserto del Kutch ed il lago salato del Rann Di Kutch si trovano in Gujarat, lo stato più occidentale dell’India, confinante con il Pakistan ed affacciato sul mare arabico. 

Dei luoghi che ho visitato il Deserto del Kutch, ma anche l’intero Gujarat, sono i meno “Indiani” – passatemi il termine – ovvero sembra di essere più in Asia Centrale che nel nostro amato subcontinente.

Un luogo affascinante e pieno di storia

Il Gujarat è un luogo affascinante e pieno di storia, oltre che una meta interessante per programmare un viaggio in completo relax alla ricerca di luoghi poco conosciuti e lontani dalle folle. Il deserto del Kutch infatti è stata solo una delle fantastiche località che abbiamo visitato.

L’idea iniziale era di fare un viaggio naturalistico, ma il viaggio è stato in realtà un mix di storia, costumi locali e natura. Il risultato è stato molto diverso da quello programmato inizialmente, ma veramente di grande soddisfazione.

Il Gujarat offre infatti tantissimi spunti di visita, tanto che è quasi impossibile non fare delle deviazioni.

Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat

In Gujarat ogni luogo è una sorpresa

Le sorprese cominciano già dalla capitale Ahmedabad, con la famosa Sabarmati Ashram o Gandhi Ashram, comunità sulle rive del fiume Sabarmati. Qui il mahatma Gandhi sviluppò la teoria della Satyagraha e condusse la marcia del sale del 12 marzo 1930 che viene riconosciuta come uno dei primi passi per l’indipendenza dell’India.

Si possono visitare il Rani-ki-vav di Patan, il pozzo a gradini della Regina, recentemente dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco oppure il Tempio del Sole di Modhera, dedicato a Surya. Ma le sorprese non si fermano qui.

Troviamo infatti la riserva di Sasan Gir, con gli ultimi leoni asiatici e la tranquilla isola di Diu, che fu stazione commerciale portoghese sulle rotte del Mar Arabico. Si possono anche ripercorrere famosi pellegrinaggi, per esempio salire i 10.000 gradini per visitare i Templi della collina di Girnar Hill o visitare gli oltre 800 Templi dell’arte jainista sulla collina di Palitana in un luogo mistico e suggestivo. Anche qui con una bella gita di 5.000 scalini, altrimenti che pellegrinaggio è?

Quelle citate sono solo alcune delle località simbolo del Gujarat, molte di più sono quelle delle quali non ricordo il nome.

Ma vi voglio parlare di un posto particolare: la zona desertica del Kutch, con le vaste e desolate pianure salmastre del suo Piccolo Deserto, popolate dagli ultimi esemplari di khur, l’asino selvatico dell’Asia. Qui la popolazione è rappresentata da comunità pastorali, alcune delle quali hanno ancora usanze nomadi, oltre che da poveri villaggi di estrattori di sale.

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Il bianchissimo Rann of Kutch, il grande deserto salino del Kutch in Gujarat

Il paesaggio ha un aspetto lunare: sconfinate distese di sale si estendono a perdita d’occhio, avvolgendo tutto in un manto bianco. Eccoci nel Rann of Kutch. Rann è una parola che nella lingua locale significa palude salata. Ed in effetti durante la stagione delle piogge questa distesa di sale diventa un immenso lago salato a tratti ricoperto dal rosa dei fenicotteri. A partire dalla nostra tarda estate il lago si asciuga lasciando emergere il sale che con il calore e la stagione secca cristallizza fino a tramutare il luogo in una grande  distesa bianca.

Il Rann of Kutch è uno dei deserti salati più grandi del mondo, ma al contrario di altri, anche meno spettacolari, come ad esempio la Death Valley negli Stati Uniti, si trova fuori dai comuni itinerari turistici, il che di fatto, lo rende ancora più attraente.

Nel periodo della nostra recente visita il lago non era completamente asciutto per le recenti piogge, per questo motivo il bianco del sale era inframezzato ed a volte ricoperto da un velo d’acqua che lo rendeva ancora più intrigante

Bambini corrono nel Rann di Kutch (o Kachchh), palude salmastra stagionalmente allagata
Bambini corrono nel Rann di Kutch (o Kachchh), palude salmastra stagionalmente allagata
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Il Grande Rann of Kutch, il Piccolo Rann of Kutch e la Prateria di Banni.

La regione è suddivisa in tre grandi aree: il Grande Rann of Kutch, il Piccolo Rann of Kutch e le praterie del Banni.

Le praterie della regione del Banni in Gujarat sono una delle più vaste zone di prateria incolta e selvaggia dell’India intera e rappresentano una zona unica sia geograficamente che per l’aspetto socio-culturale. Il Banni raccoglie un’eredità storica di pastorizia nomade antica di almeno 500 anni e fa parte di una zona geografica che include il Sindh in Pakistan e che si estendeva persino in parti del Beluchistan e dell’Afghanistan.

Questa zona geografica è stato separata dai confini statali imposti dalla politica anche se è ancora identificabile nelle comunità pastorali che si insediano su entrambi i lati del confine Indo-Pakistano.

Il deserto

Quella del Kutch è una delle zone più calde dell’India. Durante i monsoni, la zona viene completamente allagata, tanto che che nel periodo più piovoso l’acqua può raggiungere la profondità di due metri.

Dopo la stagione dei monsoni, a cominciare da ottobre, quando in genere l’area è già quasi completamente arida, moltissime persone raggiungono le saline per estrarre il sale cristallizzato.

Alcune famiglie delle popolazioni più povere ancora oggi calpestano a piedi nudi intere distese di palude melmosa nelle zone meno sfruttate ai margini delle saline più redditizie. Questo lavoro faticoso facilita l’essicazione del terreno e fa emergere il sale in zone dove non sarebbe possibile ricavarlo dall’essicazione spontanea. Il lavoro di sei mesi di un’intera famiglia può essere valutato in meno di 200 euro di controvalore, con i quali la famiglia deve sopravvivere per un anno intero. Per la comunità locale degli Agariya si tratta dell’unica fonte di sostentamento.

Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat
Giovane lavoratore, molti schiacciano il sale a piedi nudi nelle saline del Gujarat, questo è un ragazzo fortunato.
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Natura selvaggia, ma poco appariscente

Durante l’inverno il Rann di Kutch diventa un rifugio per gli uccelli migratori e un paradiso per i birdwatchers, con oltre 300 specie di uccelli presenti nell’area. Il vero protagonista del territorio però è l’asino selvatico, protetto nel Wild Ass Sanctuary of the Little Rann of Kutch, estinto nel resto dell’India

L’area del Wild Ass Sanctuary si trova all’interno del Piccolo Rann of Kutch e oltre all’asino selvatico ospita altre specie interessanti come ad esempio il lupo e la iena. Ovviamente non è così facile vederli, ma ci si può provare

Gli asini selvatici sono un incontro sicuro, anche se forse potrete vederli solo da lontano. Altri incontri però rendono l’esperienza nel Kutch indimenticabile, grazie anche alla quiete che si respira ed agli incontri inaspettati che si possono fare.

Durante la nostra visita è stato possibile visitare la tana delle iene e vedere i piccoli giocare fra di loro. Da buon birdwatcher, non mi sono lasciato sfuggire una bella foto ad un succiacapre perfettamente mimetizzato nella savana, ma oltre a questo inaspettato e difficile avvistamento abbiamo avuto la fortuna di vedere l’aquila del Bonelli e il falco pellegrino.

Wild Ass Sanctuary of the Little Rann of Kutch
Asini sevatici nel Wild Ass Sanctuary of the Little Rann of Kutch
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Il deserto del Kutch e le saline del Gujarat

In conclusione

L’esperienza sarà completa solo se avrete soggiornato in uno dei lodge all’interno dell’area. In questo modo potrete restare all’interno delle saline fino al tramonto, cercare i rapaci notturni nella timida luce del crepuscolo o semplicemente passeggiare fino all’imbrunire godendo della tranquillità che solo le zone remote sanno dare.

E poi, perché no? una fantastica cena con specialità locali. Mi raccomando, anche se siete abituati le prime volte chiedete che il cuoco non esageri con le spezie, vista la scarsità d’acqua sarà difficile spegnere l’incendio :-)

Immagine di repertorio nel Rann di Kutch
Immagine di repertorio nel Rann di Kutch

Libri e guide per un viaggio in India

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Per saperne di più sull’India

India, destinazione senza compromessi. Un salto indietro nel tempo in una terra di grande misticità, capace di grandi fasti e di grandi miserie, ma sempre con una propria dignità e con un portamento elegante. Ad ogni passo c’è qualcosa da scoprire, in questa terra capace di grande ospitalità e dove, da viaggiatori, ci si sente sempre i benvenuti.

Prima di tutto il bagaglio: leggete l’articolo cosa mettere in valigia: la lista da stampare per il viaggio perfetto. Non dimenticare di infilare nel bagaglio anche un buon libro: provate a dare un’occhiata ai miei libri preferiti nell’articolo 10 libri (e oltre) per la tua vacanza in India, senza parlare di Yoga

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Cultura

Se vi interessa la cultura informatevi sui luoghi sacri dell’induismo e sulle regole di comportamento. Altri argomenti interessanti per avvicinarsi a questa fantastica destinazione sono descritti negli articoli chi sono i Sadhu indiani e cosa fannole caste in India e gli Intoccabili Dalitil Festival di Holi e la Festa dei Colori.

Antiche Religioni

Per approfondire la conoscenza sul variegato pantheon indiano leggete la sacra Trimurti e cenni su BrahmaShiva il DistruttoreVishnu ed i suoi Avatara, Ganesha dalla testa di elefante o Surya, il Dio del Sole indiano. Senza dimenticare che il buddhismo è nato in India, un occasione per visitare i luoghi del Buddha a Sarnath.

Tradizioni Tribali

Se, come me amate le tradizioni fate un salto nel passato dell’India Tribale, e scoprite le tribù dell’Orissa, i Kutia Kondh, i Dongria Kondh ed i Bonda, li ho incontrati nei mercati tradizionali e mi hanno affascinato.

Arrivederci presto!

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Appassionato di fotografie, di storia e di culture orientali, viaggia per soddisfare la sua innata curiosità.Ama il caldo e stare all'aria aperta, scoprire luoghi nuovi, conoscere persone ed abitudini, osservare la Natura. Ha una sfida con se' stesso: assaggiare i cibi più strani in circolazione.

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